giovedì 7 giugno 2018

“Muri che parlano” in Piazzale Zavattari


di Walter Cherubini - Centro studi ConMilanoOvest-CPM

Per anni, forse lustri, comunque da troppo tempo, le mura esterne del complesso scolastico “Vittorio Veneto” e “Ettore Conti” che affacciano su Piazzale Zavattari, ovest di Milano, lungo la Circonvallazione 90/91, sono state un esempio di degrado ed abbandono, sfregiate come troppi altri edifici pubblici e privati della nostra città.

Invece, da qualche settimana, queste stesse mura hanno assunto un nuovo decoro, un nuovo volto, una nuova “voce”.Infatti, grazie al progetto di arte urbana “Talking Walls”, i muri delle due scuole hanno iniziato a “parlare” a tutti noi, attraverso un murale di 600 mq, espressione di quanto, giorno dopo giorno, da 60 anni, viene insegnato, imparato e vissuto dietro a quelle mura.
Talking Walls è il frutto di un percorso che, dallo scorso mese di ottobre, ha impegnato il Collettivo Orticanoodles, celebre firma della street art milanese, ma che ha visto protagonisti, con la modalità “alternanza scuola-lavoro”, 60 studenti dei due istituti, in tutte le fasi del lavoro. Prima, partecipando al laboratorio creativo che ha determinato la scelta del tema “Scienza e fragilità e dei relativi testimoni e, poi, passando alla preparazione delle matrici ed al lavoro pittorico in esterno. 

Ciò ha consentito “agli studenti di vivere un’esperienza progettuale unica attraverso un format coinvolgente e faticoso, che ha allenato le potenzialità dei partecipanti in termini di espressività, ingegno e applicazione per il bene comune”. Infatti, lo spirito del progetto è parimenti creativo e civico. Tenere conto del contesto del quartiere, studiare la gamma di colori dello scenario urbano, nonché il modo in cui le persone usano lo spazio pubblico lungo le mura. Insomma,”la complessità di una progettazione urbana”. 
Così, Talking Walls è un dono sia per gli studenti, sia per i cittadini, che possono finalmente vedere degli spazi pubblici riqualificati con i volti di dieci studiosi e scienziati (Adams, Breille, Capecchi, Fleming, Gallo …), che guardano il nostro passare e ci invitano a leggere alcuni loro scritti. 

Un po’ quello che da qualche anno accade nel borgo di Figino, dove il muro di cinta dell’Istituto scolastico Figlie di Betlem racconta la storia de “Il piccolo principe”. 

Ma, Talking Walls è il risultato di un articolato impegno avviato nel 2015 da scuola ed istituzioni, che si è potuta realizzare anche per il fondamentale apporto della Fondazione Arrigo e Pia Pini

In particolare, la Fondazione ha operato e opera attraverso l’attivazione di innovativi progetti di fundraising, sostenendo iniziative a favore dell’inclusione sociale di bambini e ragazzi con disabilità e patologie croniche. Poi, importante è stato il contributo tecnico di Cromology Italia.
Ma, a settembre, i muri parleranno anche in Largo Balestra, con il progetto dedicato a riqualificare la palazzina di proprietà Comunale, dove da trent’anni svolge servizio l’Associazione “Handicap…su la testa!”. 

Ma, tanti altri muri aspettano di essere rigenerati, di uscire dal degrado. L’invito è per tutti.  

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