sabato 26 settembre 2020

“dalle Periferie, per Ripartire” - 15 anni di Consulta Periferie Milano (27 settembre 2020)

di Redazione ConMilanoOvest


Le “periferie urbane” – o chiamiamole come vogliamo, comunque quella parte di metropoli che inizia dai suoi confini amministrativi e giunge alle soglie del semicentro (a Milano la cerchia della 90/91) – rimangono un tema irrisolto. Probabilmente, anche perché poco approfondito nella sua concreta realtà – anche rispetto a norme, regole e burocrazia – e, quindi, non pienamente compreso. Manca un “ABC delle Periferie” che, dai confini amministrativi di Milano, attraversi le sue 166 diverse articolazioni di antichi Borghi e nuovi Quartieri.

In tal senso, 15 anni di attività di Consulta Periferie Milano (27 settembre 2005-2020) costituiscono un consolidato di punto di osservazione e di azione al servizio della città, alla luce di un ampio ventaglio di conoscenze maturate attraverso la promozione di oltre 150 convegni e seminari di studio “periferici”, ma anche con una diffusa iniziativa sul campo, per esempio con la promozione di oltre 800 concerti ad ingresso gratuito (con la sperimentazione diretta di tutte le problematiche organizzative e burocratiche conseguenti).

Allora, fare il punto della situazione “periferica” è significativo. Ma, diventa importante ed immette in una prospettiva operativa l'individuazione di quegli elementi che devono essere cambiati perché la periferia non resti una narrazione, negativa o positiva che sia, e non rimanga una parte di città ancora ai margini.

Quindi, diventa un elemento importante della "ripartenza" il Decalogo “dalle Periferie, per Ripartire” che, con una visione complessiva, individua una serie di semplici cambiamenti, peraltro a "costo zero" - perché è soprattutto la mentalità che deve cambiare - per rendere più agevole l'azione di tutte le realtà sociali e culturali che operano nelle periferie urbane e più incisiva l'azione amministrativa. Per Ripartire”. Tutti!



DECALOGO "DALLE PERIFERIE, PER RIPARTIRE" 

PRESENTAZIONE

«La burocrazia ci ammazza» lamentò il Sindaco Sala (8 giugno 2019, Colazione con il Sindaco - Cascina Linterno). Qualche anno prima, anche il Sindaco Pisapia focalizzò il tema: «Non abbiamo valutato che la priorità forse era quella di vincere e sconfiggere la burocrazia» (13 giugno 2013, Assemblea Coordinamento Comitati Milanesi - Figino). E potremmo continuare. Ora, “nulla sarà come prima” è ormai è diventato il mantra nella prospettiva del dopo Coronavirus. Ma, cosa non sarà più come prima? E, poi, in meglio o in peggio? Per chi e, poi, come?

Milano ce la può fare. Milano ce la farà? – Siamo convinti che Milano abbia tutte le energie umane, culturali ed anche economiche – malgrado l’attuale situazione – per risolvere i problemi cittadini. Ma, allora, perché questa nostra Milano va a due e, magari, anche a tre velocità?

Perché «Milano è come un operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra di loro. Una Milano che non fa sistema. (…) Se Milano è la Cerchia dei Navigli, va da sé che già le periferie sono luoghi sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini», come rilevato puntualmente da una ricerca dall’Istituto Ipsos in occasione del Forum Brand Milano 2015, promosso dal Comune di Milano.  

Milano eccelle nei “progetti”, ma difetta nei “processi organizzativi” – Ecco, il tempo presente ha evidenziato che Milano ha capacità di sacrificio, solidarietà e creatività, alimentando anche lo storytelling. Nello stesso tempo, sono anche aumentate le occupazioni abusive delle case popolari, riproponendo problemi sempre uguali a se stessi. Quindi, ancora una volta Milano ha manifesta la grande capacità di realizzare specifici progetti, ma rimane irrisolto il tema della complessità, che chiede cambiamenti strutturali che tengano insieme i vari aspetti della realtà ed anche i vari soggetti (dal Prefetto al gruppo di amici che paga le bollette di alcune famiglie bisognose) con la definizione dei relativi processi organizzativi, anche della struttura del Comune di Milano, perché “l’attrezzatura culturale e tecnica di chi amministra le città è rimasta la stessa, con le sue settorialità, con le sue piante organiche, le sue strutture formate da competenze separate”, come evidenziato da Alessandro Balducci, già Prorettore Politecnico di Milano.   

Dal Ponte di Genova a Ponte Lambro – Proprio in questo periodo, abbiamo assistito alla realizzazione del Ponte di Genova, originato da un’idea di Renzo Piano, che è stato costruito in quattro e quattr’otto, dimostrando che è possibile fare e che si è capaci di fare. Ma, allora, come mai il progetto per le case popolari di Ponte Lambro, sempre originato da un’idea di Renzo Piano, rimane incompiuto dopo vent’anni e malgrado siano stati investiti 31 milioni di euro! Proviamo a rispondere magari partendo dalla relazione programmatica “Muovere Ponte Lambro”, che nell’arco di 93 pagine ne aveva definito i vari aspetti. Perché se non entriamo nel merito di cosa frena o blocca tutto, siamo condannati a ripetere gli errori. E non solo a Ponte Lambro. 

“La realtà si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie” – Le Periferie: è su questa grande parte della città, abitata dalla maggioranza dei milanesi, che poniamo l’attenzione. Periferie destinatarie di importanti affermazioni di principio, che rimangono eluse da regolamenti che le contraddicono. Periferie che non sono delle start-up, ma realtà complesse ed anche più complicate, con i quartieri popolari che non possono continuare ad essere “riempiti” da persone con fragilità, pensando che i problemi possano essere risolti con qualche generoso intervento del terzo settore. Periferie troppo frettolosamente derubricate a “quartieri”, ma quartieri sono anche Brera o il Verziere e non sono la stessa cosa. Periferie che neppure sono sinonimo di degrado, bensì di lontananza, come dimostrato dal Cavallo di Leonardo a San Siro, imponente, ma dimenticato per venti anni.

“dalle Periferie, per Ripartire” – Ma, cosa vuol dire “nulla sarà come prima”? Perché c’é il solito enorme problema burocratico-organizzativo-normativo che deve essere risolto per favorire l’azione di chi opera nelle periferie.

Quindi, a partire da una pluriennale esperienza operativa e di metodo maturata sul campo periferico (tra l’altro attraverso la realizzazione di oltre 150 convegni e seminari di studio, ma anche la promozione di oltre 800 concerti ad ingresso gratuito), Consulta Periferie Milano, anche recependo e valorizzando vari apporti, ha elaborato e presenta un “Decalogo” di proposte normative e strutturali (a costo zero). Proposte puntuali, anche di dettaglio, perché i problemi nascono nelle pieghe dei regolamenti applicativi. Proposte elaborate con una visione sistemica e, proprio per questo, attuabili anche singolarmente. Allora, “nulla sarà come prima”, perché le Periferie non rimangano solo “buone intenzioni”.

DECALOGO





giovedì 9 luglio 2020

Scopriamo l’altra Milano con “PeriferiArtMi”


QT8, Lorenteggio, Baggio, Farini, Lambrate, San Siro e così via per 159 diversi toponimi: sono la periferia della nostra città. Venerdì 10-Domenica 12 luglio 2020, proseguono gli “assaggi” di “PeriferiArtMi - antichi Borghi e nuovi Quartieri della periferia milanese” per farli conoscere. In attesa di settembre.
di Redazione ConMilanoOvest

Dal QT8 al Lorenteggio,  da Baggio a Farini, da Lambrate a San Siro, anche nel prossimo fine settimana (Venerdì 10-Domenica 12 luglio 2020) continuano gli “assaggi” di “PeriferiArtMi - antichi Borghi e nuovi Quartieri”, iniziativa cittadina promossa da Consulta Periferie Milano, che prenderà avvio il prossimo settembre (posticipando l’avvio previsto per lo scorso mese di marzo), grazie alla condivisione di varie organizzazione cittadine e di quartiere. 

L’obiettivo è di far conoscere e di dare cittadinanza ad ogni lembo della periferia. Per certi aspetti, PeriferiArtMi farà da raccordo tra le prime domeniche del mese dedicate alle visite gratuite ai musei cittadini (Domenica al Museo). Infatti, se la prima domenica del mese i milanesi, e non solo, possono andare a visitare i musei del centro, il terzo fine settimana del mese sono invitati a conoscere gli aspetti artistici, architettonici, museali e paesaggistici nel resto della città, per conoscerne i relativi antichi Borghi e nuovi Quartieri.
Infatti, se Bonvesin da la Riva imputava ai milanesi di “dormire nel deserto dell’ignoranza e di non conoscere le meraviglie di Milano”(1288), più recentemente, l’indagine condotta da Ipsos, in occasione del Forum Brand Milano in vista di Expo 2015, commentava che “se Milano è la Cerchia dei Navigli, va da sé che già le periferie sono luoghi sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini. Così, rimangono sostanzialmente sconosciuti oltre 130 “antichi Borghi e nuovi Quartieri” della periferia milanese, con tutte le varie conseguenze non positive.

«In effetti, sono 159 i diversi toponimi di antichi Borghi e nuovi Quartieri nei quali si articola la Milano oltre la cerchia della 90-91 – spiega Giorgio Bacchiega, direttore del Centro Studi Periferie, che ha condotto l’indagine –  cioè l’80% della nostra città, abitata dalla maggioranza dei milanesi».
Allora, proviamo a conoscere le periferie a partire dal legame con i beni artistici, architettonici, museali e paesaggistici che a Milano sono dimenticati, mentre altrove sono centro di attrazione, dando centralità ai territori. «Come il “Cavallo di Leonardo”, la più grande statua equestre del mondo, dimenticato per vent’anni all’Ippodromo del Galoppo, senza una freccia che lo segnali nella vicina Metropolitana 5 – lamenta Emanuele Rodriquez, referente del Centro studi ConMilanoOvest – mentre il suo gemello nel Michigan è fra i cento monumenti maggiormente visitati negli Stati Uniti».

In merito alla segnaletica, le possibilità sono varie: per esempio, ATM potrebbe associare sia nella cartellonistica sia nella segnalazione vocale delle fermate il corrispondente “bene” da conoscere. In alcuni casi lo fa già, per esempio nella stazione "M1 Cordusio", associata a "Biblioteca Ambrosiana". «Grazie anche alla partecipazione di una cinquantina di associazioni ed enti territoriali, al momento abbiamo individuato 73 “beni” ed anche 20 percorsi – evidenzia Marco Balsamo, direttore di Scoprimilano – che, tra l’altro, possono avere anche un interesse turistico». Quindi, sarebbe anche un servizio per chi viene a visitare la nostra città. Si tratta solo di passare da un approccio “settoriale” ad uno “sistemico”, mettendo a fattor comune le varie capacità.
Allora, gli “assaggi” di PeriferiArtMi iniziano Venerdì 10 in zona Farini al Museo della Macchina da scrivere, per ammirare 600 pezzi provenienti da tutto il mondo, che ne fanno un museo più unico che raro. «Ma altri 1.600 pezzi sono stipati in uno scantinato – evidenzia Umberto Di Donato, anima e presidente del Museo – in attesa di trovare nuovi spazi». Ma, allora, è possibile che una metropoli come Milano, con tutte le trasformazioni in essere, non sappia dare adeguata allocazione ad un patrimonio unico! Allo stesso modo, pensiamo al Museo del Manifesto cinematografico, che era allocato in Via Gluck, in quel di Greco: al suo posto è stato costruito un palazzo e, ormai da qualche anno, il Museo con i suoi 180mila pezzi è in cerca di casa. E, intanto, sono rimaste senza casa anche numerose associazioni che il Museo ospitava.

Poi, Sabato 11 al Parco delle Cave, tra Baggio, Quarto Cagnino e Quinto Romano. «Con il Progetto AgriCultura andremo per marcite, fontanili, cascine, laghi, boschi e prati – informa Gianni Bianchi, presidente Amici Cascina Linterno – alla scoperta  delle bellezze del Parco delle Cave e del Parco Agricolo Sud Milano». 

Quindi, al QT8, per salire sul Monte Stella e guardare Milano da un luogo «che raccoglie la memoria storica della nostra città – evidenzia ancora Rodriqueze della distruzione avvenuta nella seconda Guerra Mondiale». 

Infine, al Lorenteggio per vedere la millenaria Gesa di Lusert (Oratorio di San protaso al Lorenteggio), «rimasta integra sullo spartitraffico di Via Lorenteggio – racconta Paola Barsocchi, presidente degli Amici della Chiesetta di San Protaso – grazie alla costante attenzione ed iniziativa di residenti e commercianti, divenuta uno scrigno per incontri letterari e musicali». 

Domenica 12, invece, è la volta di Lambrate con la street art: «è una nuova forma d’arte e di espressione – commenta Luigi Andreoli, referente di Dai Nostri Quartieri, giornale di zona che da  quarantacinque anni racconta ed informa Lambrate e dintorni – che inizia ad essere apprezzata non solo dai giovani e che a Lambrate presenta aspetti piuttosto interessanti». 

Poi, nel Quadrilatero Aler San Siro, anche qui «per un itinerario della Memoria storica – evidenzia Marco Gaiardelli, presidente dell’Associazione Fenice – lungo le numerose targhe che raccontano di tante persone che hanno offerto importanti contributi alla nostra città, sacrificando anche  la propria vita». Insomma, un modo diverso di guardare un quartiere, che non gode di un buon storytelling, ma che può essere visto anche da prospettive imprevedibili, da conoscere. «Come le Madonnine presenti in oltre 30 cortili – aggiunge Gaiardellisegno della cura e della cultura presenti nel quartiere».

In questo panorama di luoghi, non sono poi da dimenticare le decine di libri sulla storia dei quartieri che, fino al 1923, erano Comuni indipendenti da Milano. «L’obiettivo è quello di offrire una conoscenza diffusa della città – conclude Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – affinché nessuno lembo di territorio e chi vi dimora rimanga dimenticato».
Si tratta di costruire un "ABC delle Periferie", che riconosca e faccia conoscere le periferie di Milano e le renda protagoniste, senza che nessuno sia dimenticato. Per aiutare la scoperta , sono anche importanti i numerosi libri scritti da un nutrito gruppo di storici locali, che ci aiutano a conoscere e comprendere i trascorsi dei territori che abitiamo, fornendoci anche i presupposti per uno sviluppo futuro. 

Con riferimento agli assaggi di PeriferiArtMi, segnaliamo i libri "Oratorio di San Protaso al Lorenteggio. La più piccola chiesa di Milano" di Paola Barsocchi e "Il QT8 e la Montagnetta: due capolavori a Milano ..." di Gabriele Pagani. 



sabato 4 luglio 2020

PeriferiArtMi, scoprire le Periferie per una città viva


Assiano, Basmetto, Cavriano e così via per 159 diversi toponimi. Sono le periferie di Milano, luoghi sostanzialmente sconosciuti alla città. “PeriferiArtMi - antichi Borghi e nuovi Quartieri della periferia milanese” è l’iniziativa per farli conoscere. In attesa di settembre, “assaggi” Sabato 4-Domenica 5 luglio 2020.

di Redazione ConMilanoOvest

A come Assiano, B come Basmetto, C come Cavriano e via elencando sono i diversi e numerosi lembi di una periferia milanese molto composita ed altrettanto sconosciuta. «In effetti – spiega Giorgio Bacchiega, direttore del Centro Studi Periferie – sono 159 i diversi toponimi di antichi Borghi e nuovi Quartieri nei quali si articola la Milano, oltre la cerchia della 90-91, cioè l’80% della nostra città, abitata dalla maggioranza dei milanesi». 
E, in primo luogo, “PeriferiArtMi – antichi Borghi e nuovi Quartieri” si rivolge proprio ai residenti. Diceva Bonvesin da La Riva: "Mi sono accorto che non solo gli stranieri, ma anche i miei concittadini dormono, nel deserto, per così dire, dell'ignoranza e non conoscono le meraviglie di Milano". «Parole scritte nel 1288, oltre 750 anni fa – commenta Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – ma che sembrano scritte ieri». Con “PeriferiArtMi”, iniziativa cittadina preventivata per lo scorso marzo ma che prenderà avvio a settembre, si vuole proprio far conoscere ciascun lembo dell’altra parte di Milano, quella meno o poco conosciuta, ma ricca di beni architetttonici, artistici, museali e paesaggistici. «Grazie anche alla partecipazione di una cinquantina di associazioni ed enti territoriali, abbiamo già individuato 73 “beni” ed anche 20 percorsi – evidenzia Marco Balsamo, direttore di Scoprimilano – che, tra l’altro, possono avere anche un interesse turistico».
Intanto, propedeutico all’organico avvio a settembre (per poi ripetersi ogni mese, il terzo fine settimana), questo fine settimana prevede dedegli“assaggi”.
Intanto, propedeutico all’organico avvio a settembre (per poi ripetersi ogni mese, il terzo fine settimana), questo fine settimana (Sabato 4-Domenica 5 luglio) prevede alcuni “assaggi”.
Sabato 4 al QT8, per salire sul Monte Stella e guardare Milano da un luogo «che raccoglie la memoria storica della nostra città – evidenzia Emanuele Rodriquez, referente del Centro studi ConMilanoOvest – e della distruzione avvenuta nella seconda Guerra Mondiale».
Quindi, al Lorenteggio per vedere la millenaria Gesa di Lusert (Oratorio di San protaso al Lorenteggio), «rimasta integra sullo spartitraffico di Via Lorenteggio – racconta Paola Barsocchi, presidente degli Amici della Chiesetta di San Protaso – grazie alla costante attenzione ed iniziativa di residenti e commercianti, divenuta uno scrigno per incontri letterari e musicali». 
Quindi, in zona Farini al Museo della Macchina da Scrivere, ad ammirare seicento pezzi provenienti da tutto il mondo, che ne fanno un museo più unico che raro, peraltro un po’ stipati in un locale su due vetrine affacciate sulla strada, ampio ma insufficiente: «ma altri 1.600 pezzi sono stipati in uno scantinato – evidenzia Umberto Di Donato, anima e presidente del Museo – in attesa di trovare nuovi spazi». Ma, è possibile che una metropoli come Milano, con tutte le trasformazioni in essere, non sappia trovare lo spazio per dare adeguata allocazione ad un patrimonio unico! Allo stesso modo, possiamo pensare al Museo del Manifesto cinematografico, che era allocato in Via Gluck in quel di Greco: al suo posto è stato costruito un palazzo e, ormai da qualche anno, il Museo con i suoi 180mila pezzi è in cerca di casa. 
Quindi, Domenica 5 a Lambrate con la street art: «è una nuova forma d’arte e di espressione – commenta Luigi Andreoli, referente di Dai Nostri Quartieri, giornale di zona che da oltre quarant’anni racconta Lambrate e dintorni – che inizia ad essere apprezzata non solo dai giovani e che a Lambrate presenta aspetti piuttosto interessanti». 
Infine, nel Quadrilatero Aler San Siro «per un itinerario della Memoria storica – evidenzia Marco Gaiardelli, presidente dell’Associazione Fenice – lungo le numerose targhe che raccontano di tante persone che hanno offerto importanti contributi alla nostra città, sacrificando anche  la propria vita». Insomma, un modo diverso di guardare un quartiere, che non gode di un buon storytelling, ma che può essere visto anche da prospettive imprevedibili, da conoscere. «Come le Madonnine presenti in oltre 30 cortili – aggiunge Gaiardellisegno della cura e della cultura presenti nel quartiere».
In questo panorama di luoghi, non sono poi da dimenticare le decine di libri sulla storia dei quartieri che, fino al 1923, erano Comuni indipendenti da Milano. «L’obiettivo è quello di offrire una conoscenza diffusa della città – conclude Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – affinché nessun lembo di territorio e chi vi dimora rimanga dimenticato».
Si tratta di costruire un "ABC delle Periferie", che riconosca e faccia conoscere le periferie di Milano e le renda protagoniste, senza che nessuno sia dimenticato. In tal senso, sono importanti anche i libri scritti da numerosi storici locali, che ci aiutano a conoscere e comprendere i trascorsi dei territori che abitiamo, fornendoci anche i presupposti per uno sviluppo futuro. 
Proprio con riferimento agli assaggi di PeriferiArtMi, segnaliamo i libri "Oratorio di San Protaso al Lorenteggio. La più piccola chiesa di Milano" di Paola Barsocchi e "Il QT8 e la Montagnetta: due capolavori a Milano ..." di Gabriele Pagani. 


“Assaggi” di PeriferiArtMi
Sabato 4 - Domenica 5 luglio 2020

Zona 8 - Sabato 4 - ore 15
Via Enrico Terzaghi 2 - MONTE STELLA-QT8
> ATM 78, M1 QT8
Itinerario Monte Stella, guardiamo Milano
(partenza da accesso Monte Stella-Via Terzaghi 2)
promotore: Centro studi ConMilanoOvest
info: tel. 3342519257
www.conmilanoovest.blogspot.com

Zona 6 - Sabato 4 - ore 16-18
Gesa di Lusert - Oratorio San Protaso al Lorenteggio
altezza Via Lorenteggio 31 - LORENTEGGIO
> ATM 50
promotore: Associazione Amici della Chiesetta di San Protaso
info: tel. 3313875299 (prenotazione obbligatoria)

Zona 9 - Sabato 4 - ore 17.30-19
Museo Macchina da Scrivere
Via Menabrea 10 - FARINI
> ATM 90/91
con Conferenza: La storia della scrittura meccanica
relatore: Umberto di Donato
promotore: Museo Macchina da scrivere
info: tel. 3478845560 (prenotazione obbligatoria)
www.museodellamacchinadascrivere.org

Zona 3 - Domenica 5 - ore 15
Via Viotti 23 - LAMBRATE
> ATM 19, M2 Lambrate
Itinerario Street art Lambrate
(partenza da Via Viotti 23)
promotore: Amici di Dai Nostri Quartieri
info: tel. 3356003538 (prenotazione obbligatoria)

Zona 7 - Domenica 5 - ore 15
Quadrilatero Aler San Siro
P.le Segesta - QUADRILATERO SAN SIRO
> ATM 16, M5 Segesta
Itinerario Memoria storica
(partenza da M5 Segesta)
promotore: Associazione Fenice
info: tel. 3938450555 (prenotazione obbligatoria)
www.facebook.com/fenice.associazione.noprofit

"dalle Periferie, per Ripartire", un Decalogo per cambiare

C’è un enorme problema burocratico-organizzativo-normativo da risolvere. 
“Nulla sarà come prima”. Ma cosa e, poi, in meglio o in peggio? E per le Periferie? 
Un Decalogo “dalle Periferie, per Ripartire”. Tutti!

di Walter Cherubini, portavoce Consulta Periferie Milano

«La burocrazia ci ammazza» lamentò il Sindaco Sala lo scorso 8 giugno 2019 (Colazione con il Sindaco - Cascina Linterno). Qualche anno prima, 13 giugno 2013, anche il Sindaco Pisapia focalizzò il tema: «Non abbiamo valutato che la priorità forse era quella di vincere e sconfiggere la burocrazia» (Assemblea Coordinamento Comitati Milanesi - Figino). E potremmo continuare.
Ora, “nulla sarà come prima” è ormai è diventato il mantra nella prospettiva del dopo Coronavirus. Ma, cosa non sarà più come prima? E, poi, in meglio o in peggio? Per chi e, poi, come?
Milano ce la può fare. Milano ce la farà?
Siamo convinti che Milano abbia tutte le energie umane, culturali ed anche economiche – malgrado l’attuale situazione – per risolvere i problemi cittadini. Ma, allora, perché questa nostra Milano va a due e, magari, anche a tre velocità?
Perché «Milano è come un operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra di loro. Una Milano che non fa sistema. (…) Se Milano è la Cerchia dei Navigli, va da sé che già le periferie sono luoghi sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini», come rilevato puntualmente da una ricerca dall’Istituto Ipsos in occasione del Forum Brand Milano 2015, promosso dal Comune di Milano.  
Milano eccelle nei “progetti”, ma difetta nei “processi organizzativi”.  
Ecco, il tempo presente ha evidenziato che Milano ha capacità di sacrificio, solidarietà e creatività, alimentando anche lo storytelling. Nello stesso tempo, sono anche aumentate le occupazioni abusive delle case popolari, riproponendo problemi sempre uguali a se stessi. Quindi, ancora una volta Milano ha manifesta la grande capacità di realizzare specifici progetti, ma rimane irrisolto il tema della complessità, che chiede cambiamenti strutturali che tengano insieme i vari aspetti della realtà ed anche i vari soggetti (dal Prefetto al gruppo di amici che paga le bollette di alcune famiglie bisognose) con la definizione dei relativi processi organizzativi, anche della struttura del Comune di Milano, perché l’attrezzatura culturale e tecnica di chi amministra le città è rimasta la stessa, con le sue settorialità, con le sue piante organiche, le sue strutture formate da competenze separate”, come evidenziato da Alessandro Balducci, già Prorettore Politecnico di Milano.   
Dal Ponte di Genova a Ponte Lambro
Proprio in questo periodo, abbiamo assistito alla realizzazione del Ponte di Genova, originato da un’idea di Renzo Piano, che è stato costruito in quattro e quattr’otto, dimostrando che è possibile fare e che si è capaci di fare. Ma, allora, come mai il progetto per le case popolari di Ponte Lambro, sempre originato da un’idea di Renzo Piano, rimane incompiuto dopo vent’anni e malgrado siano stati investiti 31 milioni di euro! Proviamo a rispondere magari partendo dalla relazione programmatica “Muovere Ponte Lambro”, che nell’arco di 93 pagine ne aveva definito i vari aspetti. Perché se non entriamo nel merito di cosa frena o blocca tutto, siamo condannati a ripetere gli errori. E non solo a Ponte Lambro. 
“La realtà si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie”.
Le Periferie: è su questa grande parte della città, abitata dalla maggioranza dei milanesi, che poniamo l’attenzione. Periferie destinatarie di importanti affermazioni di principio, che rimangono eluse da regolamenti che le contraddicono. Periferie che non sono delle start-up, ma realtà complesse ed anche più complicate, con i quartieri popolari che non possono continuare ad essere “riempiti” da persone con fragilità, pensando che i problemi possano essere risolti con qualche generoso intervento del terzo settore. Periferie troppo frettolosamente derubricate a “quartieri”, ma quartieri sono anche Brera o il Verziere e non sono la stessa cosa. Periferie che neppure sono sinonimo di degrado, bensì di lontananza, come dimostrato dal Cavallo di Leonardo a San Siro, imponente, ma dimenticato per venti anni.
“dalle Periferie, per Ripartire”
Ma, cosa vuol dire “nulla sarà come prima”? Perché c’è il solito enorme problema burocratico-organizzativo-normativo che deve essere risolto per favorire l’azione di chi opera nelle periferie.
E’ in tale scenario che,  Consulta Periferie Milano ha elaborato e presenta un “Decalogo” che sintetizza una serie di proposte normative e strutturali (a costo zero), anche recependo e valorizzando vari apporti. Sintetizzano una quindicennale esperienza di metodo ed operativa maturata direttamente sul campo periferico, tra l’altro attraverso la realizzazione di oltre 150 convegni e seminari di studio, ma anche la promozione di oltre 800 concerti ad ingresso gratuito, sperimentando tutte le difficoltà “burocratiche” che di fatto ostacolano in primo luogo le iniziative amatoriali e sociali. Dieci punti che analizzano l’organizzazione dei Municipi, che rimangono sempre privi di veri poteri, la “progettazione partecipata”, che non deve essere episodica ma strutturale, la  comunicazione delle iniziative, oltre 300 promosse ogni mese da enti ed associazioni in periferia, ma manca un sistema di comunicazione alla cittadinanza perché tutto è lasciato al “fai da te” mentre il Comune potrebbe fare molto a costo zero, la locazione di spazi alle associazioni, che vengono trattate come se fossero in Galleria Vittorio Emanuele, tra l’altro per i rinnovi, rendendo precari anni di impegno associativo; poi, Cosap-Tassa occupazione suolo pubblico, Siae, case popolari, che non possono continuare ad essere una sommatoria di persone e condizioni di fragilità, ed anche una School City, perché bisogna anche imparare. Proposte puntuali, anche di dettaglio, perché i problemi nascono nelle pieghe dei regolamenti applicativi. Proposte elaborate con una visione sistemica e, proprio per questo, attuabili anche singolarmente. Allora, “nulla sarà come prima”, perché le Periferie non rimangano solo “buone intenzioni”.
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Decalogo “dalle Periferie, per Ripartire”
Ecco i punti:
1. Decentramento e Municipi - Le periferie milanesi sono costituite dai territori degli antichi Comuni aggregati a Milano nel 1923. Il primo che non fa sistema sul territorio è il Comune:  bisogna ritornare ad una vera amministrazione vicina al cittadino, mentre è da 50 anni che il Decentramento (Municipi dal 2016) rimane a livelli inadeguati. E senza decentramento Milano non può essere policentrica e, quindi, rimane centralista.
2. Partecipazione e “progettazione partecipata” - La partecipazione non può essere relegata alle emergenze del momento. Deve diventare un processo organizzativo strutturato e continuativo nella logica della “progettazione partecipata”. Milano ha immense energie e professionalità (tra l’altro, quelle riconosciute ogni anno con gli Ambrogini), da valorizzare in maniera organizzata e non saltuaria.
3. Comunicazione delle tante iniziative gratuite promosse in periferia da enti ed associazioni - Oggi è tutto lasciato ad un precario “fai da te”. Invece, Comune di Milano e ATM possono dare un apporto (a “costo 0”),  consentendo l’utilizzo di spazi nella propria disponibilità (uno spazio m. 2 x 3 sui muri dei Mezzanini MM e di m. 2x2 nei Mercati comunali coperti per l’affissione diretta, gratuita e regolamentata delle locandine).
4. “Rinnovo” concessioni e locazioni di locali di proprietà pubblica - Per le associazioni culturali e sociali “periferiche” che hanno locazioni con il Comune di Milano ed altri enti pubblici, prevedere che alla scadenza possa esservi il rinnovo e non lo sfratto (com’è adesso), eliminando la precarietà di chi si impegna. E che per l’assegnazione non si prevedano canoni al rialzo, perché l’iniziativa nei quartieri periferici non può essere lasciata sulle spalle dell’associazionismo, mentre sfitto ed abusivismo sono altissimi, anche creando pericoli.
5. Cosap (Tassa occupazione suolo pubblico) - Eliminazione della Cosap e revisione oneri aggiuntivi per l’utilizzo di aree pubbliche periferiche per la promozione delle iniziative di animazione culturale e sociale, ma anche delle attività di servizio di vicinato, avviandone l’individuazione e la mappatura.
6. Valorizzazione delle realtà culturali amatoriali e bandi - Le iniziative amatoriali rappresentano la metà delle attività che si svolgono in periferia. Bisogna prevedere anche bandi comunali e di fondazioni rivolti al volontariato “puro”, che consentano di coprire i costi vivi, valorizzando così le decine di migliaia di ore di tempo e capacità messe a disposizione gratuitamente ed oggi non considerate.
7. SIAE - Giungere ad un accordo per la semplificazione ed azzeramento costi pratiche SIAE per iniziative musicali e teatrali di pubblico dominio promosse in periferia ad ingresso gratuito. In caso di opere tutelate, pur riconoscendo il principio del diritto d’autore, previsione di un versamento ridotto.
8. Palestre nuove scuole - Per le palestre delle nuove scuole, prevedere che i campi (in particolare pallavolo e pallacanestro) abbiano dimensioni un po’ più grandi di quelle indicate nell’attuale normativa, per consentire anche lo svolgimento dell’attività agonistica di 10.000 giovani atleti di 90 associazioni sportive milanesi.
9. Case popolari - Le case popolari sono un concentrato di emergenze e di fragilità. In un ampio contesto di cambiamento, bisogna integrare il mix socio-abitativo e di servizio di vicinato, con l’obiettivo di utilizzare tutto il patrimonio disponibile. Altrimenti cambierà poco, come già dimostrato dalla spesa di centinaia di milioni.
10. City School - La Fondazione Dioguardi ha promosso con il Politecnico di Milano un progetto di ricerca sui temi dell’organizzazione urbana, destinato all’istituzione di una City School con programmi didattici universitari, ma anche con percorsi formativi per gli studenti delle scuole superiori, per formare una nuova cultura del governo della città del terzo millennio. Le istituzioni devono supportare questa iniziativa.




venerdì 26 giugno 2020

Periferie da scoprire con “PeriferiArtMi”


La periferia milanese è molto composita ed altrettanto sconosciuta. A come Assiano, B come Basmetto, C come Cavriano e via elencando non hanno grande notorietà. «In effetti – spiega Giorgio Bacchiega, direttore del Centro Studi Periferie – sono 159 i diversi toponimi di antichi Borghi e nuovi Quartieri nei quali si articola la Milano, oltre la cerchia della 90-91, cioè l’80% della nostra città».
Quindi, in primo luogo, “PeriferiArtMi – antichi Borghi e nuovi Quartieri” si rivolge proprio ai residenti. Diceva Bonvesin da La Riva: "Mi sono accorto che non solo gli stranieri, ma anche i miei concittadini dormono, nel deserto, per così dire, dell'ignoranza e non conoscono le meraviglie di Milano"
«Parole scritte nel 1288, oltre 750 anni fa – commenta Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – ma che sembrano scritte ieri». E PeriferiArtMi, iniziativa cittadina preventivata per lo scorso marzo ma che prenderà avvio a settembre, vuole proprio far conoscere ciascun lembo dell’altra parte di Milano, quella meno o poco conosciuta, a partire dai beni architetttonici, artistici, museali e paesaggistici. «Grazie anche alla partecipazione di una cinquantina di associazioni ed enti territoriali, abbiamo già individuato 71 “beni” ed anche 20 percorsi – evidenzia Marco Balsamo, direttore di Scoprimilano – che, tra l’altro, possono avere anche un interesse turistico».
Intanto, propedeutico all’organico avvio a settembre (per poi ripetersi ogni mese, il terzo fine settimana), questo fine settimana prevede dei primi “assaggi” (info www.periferiemilano.it).
Sabato 27 a San Siro, per vedere il Cavallo di Leonardo, la più grande statua equestre del mondo che ha un gemello nel Michigan, e duemila metri di street art sul muro di cinta dell’Ippodromo del Galoppo. «Solo che negli USA il “Grande cavallo” è fra i cento monumenti maggiormente visitati d’America – precisa Emanuele Rodriquez, referente del Centro studi ConMilanoOvest – mentre a Milano è rimasto sostanzialmente dimenticato per vent’anni all’ingresso dell’Ippodromo del Galoppo».
Poi, a Lambrate, ancora con la street art: «è una nuova forma d’arte e di espressione – commenta Luigi Andreoli, referente di Dai Nostri Quartieri, giornale di zona che da oltre quarant’anni racconta Lambrate e dintorni – che inizia ad essere apprezzata non solo dai giovani e che a Lambrate presenta aspetti piuttosto interessanti».
Quindi, al Lorenteggio per vedere la millenaria Gesa di Lusert (Oratorio di San protaso al Lorenteggio), «rimasta integra sullo spartitraffico di Via Lorenteggio – racconta Paola Barsocchi, presidente degli Amici della Chiesetta di San Protaso – grazie alla costante attenzione ed iniziativa di residenti e commercianti, divenuta uno scrigno per incontri letterari e musicali».
Infine, Domenica 28, nel Quadrilatero Aler San Siro «per un itinerario della Memoria storica – evidenzia Marco Gaiardelli, presidente dell’Associazione Fenice – lungo le numerose targhe che raccontano di tante persone che hanno offerto importanti contributi alla nostra città, sacrificando anche  la propria vita». Insomma, un modo diverso di guardare un quartiere, che non gode di un buon storytelling, ma che può essere visto anche da prospettive imprevedibili, da conoscere. «Come le Madonnine presenti in oltre 30 cortili – aggiunge Gaiardellisegno della cura e della cultura presenti nel quartiere».
In questo panorama di luoghi, non sono poi da dimenticare le decine di libri sulla storia dei quartieri che, fino al 1923, erano Comuni indipendenti da Milano. «L’obiettivo è quello di offrire una conoscenza diffusa della città – conclude Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – affinchè nessuno lembo di territorio e chi vi dimora rimanga dimenticato». 


“Assaggi” di PeriferiArtMi
Sabato 27 - Domenica 28 giugno 2020

Zona 7 – Sabato 27 - ore 11
Piazzale dello Sport 16 - SAN SIRO IPPODROMO
> ATM 16, M5 San Siro Ippodromo
Itinerario Street art Ippodromo Galoppo
(partenza da Piazzale dello Sport 16 - Cavallo di Leonardo)  
promotore: Centro studi ConMilanoOvest
info: tel. 3342519257 (prenotazione obbligatoria)
www.conmilanoovest.blogspot.com

Zona 3 - Sabato 27 - ore 15
Via Viotti 23 - LAMBRATE
> ATM 19, M2 Lambrate
Itinerario Street art Lambrate
(partenza da Via Viotti 23)
promotore: Amici di Dai Nostri Quartieri
info: tel. 3356003538 (prenotazione obbligatoria)
www.dainostriquartieri.it

Zona 6 - Sabato 27 - ore 16-18
Gesa di Lusert - Oratorio San Protaso al Lorenteggio  
altezza Via Lorenteggio 31 - LORENTEGGIO
> ATM 50
promotore: Associazione Amici della Chiesetta di San Protaso
info: tel. 3313875299 (prenotazione obbligatoria)
sites.google.com/site/sanprotasolorenteggio

Zona 7 - Domenica 28 - ore 15
Quadrilatero Aler San Siro
P.le Segesta – QUADRILATERO SAN SIRO
> ATM 16, M5 Segesta
Itinerario Memoria storica
(partenza da M5 Segesta)  
promotore: Associazione Fenice
info: tel. 3938450555 (prenotazione obbligatoria)
www.facebook.com/fenice.associazione.noprofit