giovedì 9 luglio 2020

Scopriamo l’altra Milano con “PeriferiArtMi”


QT8, Lorenteggio, Baggio, Farini, Lambrate, San Siro e così via per 159 diversi toponimi: sono la periferia della nostra città. Venerdì 10-Domenica 12 luglio 2020, proseguono gli “assaggi” di “PeriferiArtMi - antichi Borghi e nuovi Quartieri della periferia milanese” per farli conoscere. In attesa di settembre.
di Redazione ConMilanoOvest

Dal QT8 al Lorenteggio,  da Baggio a Farini, da Lambrate a San Siro, anche nel prossimo fine settimana (Venerdì 10-Domenica 12 luglio 2020) continuano gli “assaggi” di “PeriferiArtMi - antichi Borghi e nuovi Quartieri”, iniziativa cittadina promossa da Consulta Periferie Milano, che prenderà avvio il prossimo settembre (posticipando l’avvio previsto per lo scorso mese di marzo), grazie alla condivisione di varie organizzazione cittadine e di quartiere. 

L’obiettivo è di far conoscere e di dare cittadinanza ad ogni lembo della periferia. Per certi aspetti, PeriferiArtMi farà da raccordo tra le prime domeniche del mese dedicate alle visite gratuite ai musei cittadini (Domenica al Museo). Infatti, se la prima domenica del mese i milanesi, e non solo, possono andare a visitare i musei del centro, il terzo fine settimana del mese sono invitati a conoscere gli aspetti artistici, architettonici, museali e paesaggistici nel resto della città, per conoscerne i relativi antichi Borghi e nuovi Quartieri.
Infatti, se Bonvesin da la Riva imputava ai milanesi di “dormire nel deserto dell’ignoranza e di non conoscere le meraviglie di Milano”(1288), più recentemente, l’indagine condotta da Ipsos, in occasione del Forum Brand Milano in vista di Expo 2015, commentava che “se Milano è la Cerchia dei Navigli, va da sé che già le periferie sono luoghi sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini. Così, rimangono sostanzialmente sconosciuti oltre 130 “antichi Borghi e nuovi Quartieri” della periferia milanese, con tutte le varie conseguenze non positive.

«In effetti, sono 159 i diversi toponimi di antichi Borghi e nuovi Quartieri nei quali si articola la Milano oltre la cerchia della 90-91 – spiega Giorgio Bacchiega, direttore del Centro Studi Periferie, che ha condotto l’indagine –  cioè l’80% della nostra città, abitata dalla maggioranza dei milanesi».
Allora, proviamo a conoscere le periferie a partire dal legame con i beni artistici, architettonici, museali e paesaggistici che a Milano sono dimenticati, mentre altrove sono centro di attrazione, dando centralità ai territori. «Come il “Cavallo di Leonardo”, la più grande statua equestre del mondo, dimenticato per vent’anni all’Ippodromo del Galoppo, senza una freccia che lo segnali nella vicina Metropolitana 5 – lamenta Emanuele Rodriquez, referente del Centro studi ConMilanoOvest – mentre il suo gemello nel Michigan è fra i cento monumenti maggiormente visitati negli Stati Uniti».

In merito alla segnaletica, le possibilità sono varie: per esempio, ATM potrebbe associare sia nella cartellonistica sia nella segnalazione vocale delle fermate il corrispondente “bene” da conoscere. In alcuni casi lo fa già, per esempio nella stazione "M1 Cordusio", associata a "Biblioteca Ambrosiana". «Grazie anche alla partecipazione di una cinquantina di associazioni ed enti territoriali, al momento abbiamo individuato 73 “beni” ed anche 20 percorsi – evidenzia Marco Balsamo, direttore di Scoprimilano – che, tra l’altro, possono avere anche un interesse turistico». Quindi, sarebbe anche un servizio per chi viene a visitare la nostra città. Si tratta solo di passare da un approccio “settoriale” ad uno “sistemico”, mettendo a fattor comune le varie capacità.
Allora, gli “assaggi” di PeriferiArtMi iniziano Venerdì 10 in zona Farini al Museo della Macchina da scrivere, per ammirare 600 pezzi provenienti da tutto il mondo, che ne fanno un museo più unico che raro. «Ma altri 1.600 pezzi sono stipati in uno scantinato – evidenzia Umberto Di Donato, anima e presidente del Museo – in attesa di trovare nuovi spazi». Ma, allora, è possibile che una metropoli come Milano, con tutte le trasformazioni in essere, non sappia dare adeguata allocazione ad un patrimonio unico! Allo stesso modo, pensiamo al Museo del Manifesto cinematografico, che era allocato in Via Gluck, in quel di Greco: al suo posto è stato costruito un palazzo e, ormai da qualche anno, il Museo con i suoi 180mila pezzi è in cerca di casa. E, intanto, sono rimaste senza casa anche numerose associazioni che il Museo ospitava.

Poi, Sabato 11 al Parco delle Cave, tra Baggio, Quarto Cagnino e Quinto Romano. «Con il Progetto AgriCultura andremo per marcite, fontanili, cascine, laghi, boschi e prati – informa Gianni Bianchi, presidente Amici Cascina Linterno – alla scoperta  delle bellezze del Parco delle Cave e del Parco Agricolo Sud Milano». 

Quindi, al QT8, per salire sul Monte Stella e guardare Milano da un luogo «che raccoglie la memoria storica della nostra città – evidenzia ancora Rodriqueze della distruzione avvenuta nella seconda Guerra Mondiale». 

Infine, al Lorenteggio per vedere la millenaria Gesa di Lusert (Oratorio di San protaso al Lorenteggio), «rimasta integra sullo spartitraffico di Via Lorenteggio – racconta Paola Barsocchi, presidente degli Amici della Chiesetta di San Protaso – grazie alla costante attenzione ed iniziativa di residenti e commercianti, divenuta uno scrigno per incontri letterari e musicali». 

Domenica 12, invece, è la volta di Lambrate con la street art: «è una nuova forma d’arte e di espressione – commenta Luigi Andreoli, referente di Dai Nostri Quartieri, giornale di zona che da  quarantacinque anni racconta ed informa Lambrate e dintorni – che inizia ad essere apprezzata non solo dai giovani e che a Lambrate presenta aspetti piuttosto interessanti». 

Poi, nel Quadrilatero Aler San Siro, anche qui «per un itinerario della Memoria storica – evidenzia Marco Gaiardelli, presidente dell’Associazione Fenice – lungo le numerose targhe che raccontano di tante persone che hanno offerto importanti contributi alla nostra città, sacrificando anche  la propria vita». Insomma, un modo diverso di guardare un quartiere, che non gode di un buon storytelling, ma che può essere visto anche da prospettive imprevedibili, da conoscere. «Come le Madonnine presenti in oltre 30 cortili – aggiunge Gaiardellisegno della cura e della cultura presenti nel quartiere».

In questo panorama di luoghi, non sono poi da dimenticare le decine di libri sulla storia dei quartieri che, fino al 1923, erano Comuni indipendenti da Milano. «L’obiettivo è quello di offrire una conoscenza diffusa della città – conclude Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – affinché nessuno lembo di territorio e chi vi dimora rimanga dimenticato».
Si tratta di costruire un "ABC delle Periferie", che riconosca e faccia conoscere le periferie di Milano e le renda protagoniste, senza che nessuno sia dimenticato. Per aiutare la scoperta , sono anche importanti i numerosi libri scritti da un nutrito gruppo di storici locali, che ci aiutano a conoscere e comprendere i trascorsi dei territori che abitiamo, fornendoci anche i presupposti per uno sviluppo futuro. 

Con riferimento agli assaggi di PeriferiArtMi, segnaliamo i libri "Oratorio di San Protaso al Lorenteggio. La più piccola chiesa di Milano" di Paola Barsocchi e "Il QT8 e la Montagnetta: due capolavori a Milano ..." di Gabriele Pagani. 



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